Il 13 maggio, giornata del compleanno di George Papanicolaou (7), è stata dai nostri colleghi citologi della ASCT (American Society for Cytotechnology), organizzata già dal lontano 1985, la Giornata Nazionale della Citologia per commemorarLo ma anche per promuovere l’importanza del Pap test e del loro contributo come professionisti sanitari addetti alla lettura, ed anche noi citologi dell’AITIC (Associazione Italiana Tecnici di Istologia e Citologia) siamo a riflettere sul nostro contributo nella medicina preventiva sia primaria che secondaria.
Possiamo dire che la citologia iniziò come un’idea rivoluzionaria, che guardando la morfologia delle cellule, prelevate con procedure semplici e minimamente invasive, dava la capacità di consentire una valutazione tempestiva e accurata dei cambiamenti pre-neoplastici e neoplastici.
E’ importante ricordare che il concetto di striscio cervicale diretto non è stato coniato da Papanicolau, ma il merito è da attribuirsi ad un patologo rumeno, Aureli Babes. che già nel gennaio 1927, aveva pubblicato un lavoro sulla diagnosi di cellule neoplastiche da cancro della cervice uterina prelevate con ansa di platino, fissate e colorate, integrato successivamente sia da un documento presentato a Bucarest nell’aprile 1927 che da una pubblicazione di Babes e Daniel (Direttore della Clinica Ginecologia di Bucarest) a cura della francese Presse Medicale l’11 aprile 1928 , splendidamente illustrata. (3)
Ma lo sviluppo e l’espansione della citologia esfoliativa con l’avvento dello screening per il cancro cervicale è susseguita alle pubblicazioni di Papanicolaou e Traut nel 1941 e nel 1943.(2)
Papanicolaou è nato nell’isola greca di Eubea il 13 maggio 1883 nella città di Kymi, dove suo padre era medico e sindaco, si è laureato in medicina presso l’Università di Atene nel 1904 ma essendo insoddisfatto di esercitare la professione medica nella sua isola natale, ha continuato a studiare zoologia in Germania laureandosi a Monaco nel 1910 ottenendo un lavoro come ricercatore sullo yacht l’Hirondelle (8) che apparteneva al principe Alberto, nonno di Ranieri ( il principe Alberto fu un grande oceanografo che ha fondato il famoso Istituto di Oceanografia a Monaco).
Allo scoppio di una delle guerre balcaniche fu richiamato in patria come ufficiale medico così ebbe l’opportunità di conoscere militari greco-americani tornati in patria per combattere per la difesa della Macedonia.
Questi ultimi gli suggerirono di trasferirsi negli Stati Uniti e nel 1913, con sua moglie, Andromake, che fu sempre chiamata Mary (e più tardi la signora Pap) (3), si recò a New York dove ottenne un lavoro come assistente nel laboratorio di Anatomia presso la Cornell University Medical School, interessandosi di endocrinologia ed in particolare del ciclo mestruale nelle cavie.
Per studiare i cambiamenti della morfologia cellulare durante il ciclo mestruale nelle cavie, sviluppò una tecnica di prelievo in vagina con una pipetta di vetro che permetteva di ottenere soddisfacenti campioni di cellule vaginali colorandole con quella che poi è diventata la colorazione di Papanicolaou.
Successivamente si interessò delle modificazioni morfologiche in fase maturativa delle cellule vaginali durante il ciclo estro-progestinico di donne e grazie anche a campioni vaginali avuti da diverse istituzioni, iniziò ad imbattersi in alcune cellule bizzarre che non sapeva come interpretare.
Si confrontò con il famoso patologo James Ewing, (Direttore di Patologia alla Cornell University Medical School) che gli suggerì che verosimilmente potevano rappresentare elementi cellulari con modificazioni neoplastiche e questo suggerimento nella interpretazione sfociò nel maggio 1928 in un articolo sul tema delle cellule tumorali negli strisci vaginali in un incontro sul “Miglioramento della razza umana”, sponsorizzato dalla Fondazione Kellogg a Battle Creek, Michigan.(4)
Anni dopo il prof. Joseph Hinsey nuovo Direttore di Patologia alla Cornell University Medical School, chiese a Papanicolaou, se si poteva dare un risvolto pratico a quanto compreso e letto nel lavoro precedente.
Così furono ristudiati tutti i campioni anche con il dottor Herbert Traut (Professore associato di ginecologia alla Cornell University Medical School) e tre anni dopo, nell’agosto del 1941, fu pubblicato il primo articolo scritto da Papanicolaou e Traut sul valore diagnostico degli strisci vaginali nel carcinoma dell’utero. A questo seguì, nel 1943, un testo sulla diagnosi del cancro uterino da striscio vaginale e nel 1954 Papanicolaou pubblicò l’ Atlas of Exfoliative Cytology.(10)
L’arrivo di quest’ultima pubblicazione non faceva altro che consolidare quello che ormai era diventato un sapere internazionale sulla efficacia della diagnostica citologica e lo screening del cervico carcinoma ed anche l’ Italia, nel 1953 con il Prof. Tortora, Direttore della Clinica Ostetrica dell’Università di Napoli, organizzava uno screening per il cervico carcinoma, seguito poi dalla città di Ferrara ed in seguito dalla Lombardia.
La allora carenza di citologi addetti alla lettura dei preparati, portò all’arrivo in Lombardia di colleghi del Karolinska Istitute di Stoccolma ma già dal 1967 iniziarono i primi corsi all’INT (Istituto Nazionale dei Tumori) di Milano. Dal 1970 furono organizzati corsi di 6 mesi (con frequenza giornaliera) in Citologia Diagnotica ginecologica, non ginecologica ed aspirativa.
Questi corsi hanno affascinato ed iniziato alla citologia un’intera generazione di professionisti, che hanno dato sia in ambito lavorativo che di docenza, tutta la loro professionalità e che hanno saputo, anche negli anni successivi, supportare un progressivo cambiamento di campo della citologia sia per l’introduzione delle nuove tecnologie quali l’automazione, lo striscio sottile e le nuove indagini di biologia molecolare, che le nuove competenze in lettura di preparati ottenuti con le nuove tecniche endoscopiche (EUS-EBUS) e radiologiche.
Dall’inizio della storia della citologia ad oggi, molte strade percorse sono state finalizzate ad ottenere linee guida per lo screening sempre più calzanti, nuove terminologie e classificazioni, aggiornamenti e miglioramenti della qualità nei laboratori di citologia, ma anche e soprattutto il livello di preparazione del professionista citologo.
Tutto questo è avvenuto negli anni, grazie a Master Universitari in Citodiagnostica, svolti in varie Università Italiane e a corsi di approfondimento fatti dalla nostra associazione, ora Società Scientifica AITIC sia a livello regionale che con appuntamenti annuali nazionali, tuttavia negli ultimi anni risulta essere diminuito l’interesse per la citologia, sia in Italia che in Europa, non per la componente diagnostica ma per quella lavorativa–professionale, sono diminuiti o chiusi i Corsi e i Master con conseguente mancanza di ricambio di personale qualificato.
Ma la nostra sfida, visto l’enorme impulso dato dal Dr. George Papanicolau alla citodiagnostica come promotore di salute e benessere dedicandogli tutta la vita, sarà quella di intensificare sempre di più gli sforzi come supporto ai nuovi colleghi che si cimentano in questa avventura, ma anche nella modifica del “training” e delle mansioni, così da dare una nuova opportunità al citologo, una “forza lavoro” che ha il grande talento di saper guardare le cellule al microscopio ottico e con la stessa abilità valutare uno striscio sottile o valutare indagini di biologia molecolare.